LAVAGGIO FELTRO
Il
feltro è un tessuto molto durevole da asciutto ma se viene bagnato è più predisposto a macchiarsi e richiede particolari attenzioni durante il lavaggio. Prima regola: se si tratta di macchie di poco conto aspetta che il feltro sia asciutto prima di pulirlo. Se provi a pulirlo prima la sostanza penetrerà nelle fibre facendo espandere la macchia. Una volta che la sostanza si sarà seccata spazzolalo per eliminare le tracce di sporco superficiale. Importante utilizzare una spazzola dalle setole morbide per non schiacciare le fibre. Infine pulisci delicatamente la superficie con una salvietta per bambini per eliminare gli ultimi residui.
Non strofinare!
Se invece devi trattare una macchia molto ostinata prendi un detersivo delicato e tampona una piccola quantità direttamente sulla macchia. Eliminare le macchie in maniera mirata è preferibile rispetto a immergere l’intero articolo nell’acqua perché si rischia di danneggiare il colore. In caso di macchie particolarmente ostinate puoi usare aceto bianco (una parte di aceto e due di acqua). Cerca di correre ai ripari non appena il
feltro si macchia. Se la macchia proprio non va via optate per immergere il feltro in acqua, ma ricordate di utilizzare sempre
acqua fredda e di far asciugare il capo in orizzontale su un asciugamano e lontano dai raggi solari.
Vuoi uno spunto per poter
utilizzare il feltro in modo divertente? Leggi il nostro articolo di Blog
Pupazzo in Feltro | Come cucire un pupazzo per bambini.
UTILIZZO FELTRO
Il
feltro viene generalmente utilizzato per realizzare cappotti, borse, cappelli, tappeti, pantofole, coperte e molto altro. Impiegato anche nell’edilizia per le sue proprietà isolanti. Il feltro stoffa è leggero, duttile ma compatto, isolante dal freddo e dai rumori. Presenta forte impermeabilità e si presta per uso interno ed esterno. Poiché non si sfilaccia il feltro tessuto non necessita di rifiniture complesse lungo i margini. Alcuni stilisti come
Christine Brikle lo hanno rivalutato con sperimentazioni sia sulla tintura dei fiocchi prima del processo di infeltrimento con stratificazioni multicolori, sia indurendo ulteriormente per formare bustini-corazza nei colori naturali dei peli usati.
Tra i feltri vanno ricordati il fedora, adatto a tutti i tipi di abbigliamento, il
tribly, una variante americana sfoderata e il borsalino (da cui deriva il nome del famoso cappello) prodotto ad Alessandria dal 1857.
Il feltro in fogli si usa anche come fodera negli astucci per gioielli e nelle custodie di strumenti musicali. Si tratta di un tessuto antichissimo frutto dell’allevamento di animali, fabbricato in modo artigianale ancor prima che le tribù primitive si trasformassero da nomadi in agricoltori stanziali. Il nome feltro sembra derivi dalla città di Feltre, municipio dell’impero romano, celebre per la follatura della lana e il commercio dei tessuti infeltriti.
Il feltro al metro può essere tagliato, cucito, incollato come un qualsiasi tessuto dotato di trama e ordito. Addirittura, nel caso di feltri a mano, si può arrivare a creare forme tridimensionali e pezzi di abbigliamento senza bisogno di alcun tipo di cucitura.
La lana cotta è simile al feltro, ma si differenzia per il tipo di materiale con cui viene ottenuta. Mentre per il feltro vero e proprio si impiega lana solamente cardata, la lana cotta è ricavata dalla lana cardata e filata. Il tessuto di lana cotta viene realizzato mediante la lavorazione a maglia di filato di lana e grazie alla follatura, che ne causa il restringimento fino a un terzo.
Non va confuso con il panno (panno casentino, orbace, loden) che è un tessuto realizzato a telaio che viene follato per chiudere gli interstizi tra i fili, il materiale feltro è un tessuto non tessuto.