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Intervista a Pepì – Le Stoffe del Cuore


Questo mese per la sezione Interviste de La Rubrica del Lunedì vi presento una creativa del cucito che mi ha colpita innanzitutto per il suo modo garbato e gentile di parlare di sé e del suo lavoro. In qualche modo quei toni garbati si possono notare nelle sue creazioni. 


Lei è Sonia Gorizia di Pepì – Le Stoffe del Cuore. 

 

Conosciamola attraverso questa bella intervista. 


Ciao Sonia, presentati.

Intervista a Pepì – Le Stoffe del Cuore


Questo mese per la sezione Interviste de La Rubrica del Lunedì vi presento una creativa del cucito che mi ha colpita innanzitutto per il suo modo garbato e gentile di parlare di sé e del suo lavoro. In qualche modo quei toni garbati si possono notare nelle sue creazioni. 


Lei è Sonia Gorizia di Pepì – Le Stoffe del Cuore. 

 

Conosciamola attraverso questa bella intervista. 


Ciao Sonia, presentati.

foto-di-le-pepi
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I Blues Brothers debuttavano al Saturday Night Live, il gatto Garfield esordiva in tv, il grande Pertini fu eletto Presidente della Repubblica, Giovanni Paolo I diventò Papa, correva l’anno 1978 e tutto questo accadeva mentre mio padre e mia madre aspettavano il primo figlio, e un giorno di aprile in un ospedale di un paesino in provincia di Bari, nacqui sorridendo. 

Sono una creativa dalla nascita ma questo non ha mai semplificato le cose. Ho sempre mancato i miei appuntamenti con l’arte, a partire dal liceo fino all’università. Ho frequentato il liceo classico, promettendo a me stessa un appuntamento con l’arte nel periodo universitario, in cui immaginavo di frequentare la facoltà di architettura o l’accademia di belle arti.

Iscritta all’accademia di belle arti e rimasta profondamente delusa dall’approccio eccessivamente “free” rispetto ai miei canoni, l’ho lasciata dopo pochi mesi, e per non perdere un anno a far nulla ho frequentato un corso di ceramica di 10 mesi…esperienza che annovero fra le più importanti della mia vita! 

L’anno successivo mi iscrivo alla facoltà di psicologia, sempre recalcitrante ma sempre per mia scelta. Ho scelto gli indirizzi considerati più “sicuri”, con sbocchi lavorativi “sicuri”, alla ricerca di un futuro “sicuro”. La “sicurezza” è sempre stata una parola ricorrente nella mia vita. 

La necessità di fare arte, di fare con le mani, in qualche modo e nonostante tutto è rimasta costantemente sotto la pelle, e tutte le mie pause e molte notti sono diventate preziosissimi ritagli di tempo per fare. 

Da dove arriva questa innata attitudine alla manualità non è un mistero per me, poiché la risposta l’ho trovata nel passato della mia famiglia, dico questo perché mio padre adorava dipingere quadri, prima di lui un suo prozio artista finì per sbarcare nella grande mela lavorando per un circo e la sorella di sua madre aveva un talento straordinario con ago e filo, per non parlare di mia madre che riesce ad animare gli oggetti più inanimati, come Geppetto con Pinocchio, per intenderci. Quindi per un dato di fatto accertato, nelle mie vene scorre sangue dei miei parenti artisti. 

E comunque sì, sono diventata una psicologa, ma questa è un’altra storia. 

La mia storia da “crafter”, come si dice nell’ambiente creativo, inizia cinque anni fa, in un momento particolarissimo e buio della mia vita in cui ogni sicurezza è venuta a mancare. Ho perso uno dei tre pilastri della mia vita, e allo stesso tempo ho perduto il mio lavoro. L’arte, cioè il mio modo di vivere l’arte, è entrata prepotentemente nella quotidianità nel momento in cui essa è diventata cura e medicina per l’anima. La mia arte-terapia. Forse era destino che ci arrivassi in un modo così tortuoso! Sono una psicologa, da sempre appassionata di arte terapia, e sono stata prepotentemente trascinata al mio primo appuntamento con l’arte a 33 anni. Ho sperimentato su me stessa l’arte-terapia ed i suoi effetti. Da autodidatta ovviamente, nel piccolo laboratorio di casa mia, quello che fino ad allora era il luogo dei sogni più o meno proibiti, e che è improvvisamente, provvidenzialmente divenuto il luogo della quotidianità. 

Pepì – le Stoffe del Cuore è il nome del tuo brand. Da dove arriva e quando è nato?
I Blues Brothers debuttavano al Saturday Night Live, il gatto Garfield esordiva in tv, il grande Pertini fu eletto Presidente della Repubblica, Giovanni Paolo I diventò Papa, correva l’anno 1978 e tutto questo accadeva mentre mio padre e mia madre aspettavano il primo figlio, e un giorno di aprile in un ospedale di un paesino in provincia di Bari, nacqui sorridendo. 

Sono una creativa dalla nascita ma questo non ha mai semplificato le cose. Ho sempre mancato i miei appuntamenti con l’arte, a partire dal liceo fino all’università. Ho frequentato il liceo classico, promettendo a me stessa un appuntamento con l’arte nel periodo universitario, in cui immaginavo di frequentare la facoltà di architettura o l’accademia di belle arti.

Iscritta all’accademia di belle arti e rimasta profondamente delusa dall’approccio eccessivamente “free” rispetto ai miei canoni, l’ho lasciata dopo pochi mesi, e per non perdere un anno a far nulla ho frequentato un corso di ceramica di 10 mesi…esperienza che annovero fra le più importanti della mia vita! 

L’anno successivo mi iscrivo alla facoltà di psicologia, sempre recalcitrante ma sempre per mia scelta. Ho scelto gli indirizzi considerati più “sicuri”, con sbocchi lavorativi “sicuri”, alla ricerca di un futuro “sicuro”. La “sicurezza” è sempre stata una parola ricorrente nella mia vita. 

La necessità di fare arte, di fare con le mani, in qualche modo e nonostante tutto è rimasta costantemente sotto la pelle, e tutte le mie pause e molte notti sono diventate preziosissimi ritagli di tempo per fare. 

Da dove arriva questa innata attitudine alla manualità non è un mistero per me, poiché la risposta l’ho trovata nel passato della mia famiglia, dico questo perché mio padre adorava dipingere quadri, prima di lui un suo prozio artista finì per sbarcare nella grande mela lavorando per un circo e la sorella di sua madre aveva un talento straordinario con ago e filo, per non parlare di mia madre che riesce ad animare gli oggetti più inanimati, come Geppetto con Pinocchio, per intenderci. Quindi per un dato di fatto accertato, nelle mie vene scorre sangue dei miei parenti artisti. 

E comunque sì, sono diventata una psicologa, ma questa è un’altra storia. 

La mia storia da “crafter”, come si dice nell’ambiente creativo, inizia cinque anni fa, in un momento particolarissimo e buio della mia vita in cui ogni sicurezza è venuta a mancare. Ho perso uno dei tre pilastri della mia vita, e allo stesso tempo ho perduto il mio lavoro. L’arte, cioè il mio modo di vivere l’arte, è entrata prepotentemente nella quotidianità nel momento in cui essa è diventata cura e medicina per l’anima. La mia arte-terapia. Forse era destino che ci arrivassi in un modo così tortuoso! Sono una psicologa, da sempre appassionata di arte terapia, e sono stata prepotentemente trascinata al mio primo appuntamento con l’arte a 33 anni. Ho sperimentato su me stessa l’arte-terapia ed i suoi effetti. Da autodidatta ovviamente, nel piccolo laboratorio di casa mia, quello che fino ad allora era il luogo dei sogni più o meno proibiti, e che è improvvisamente, provvidenzialmente divenuto il luogo della quotidianità. 

Pepì – le Stoffe del Cuore è il nome del tuo brand. Da dove arriva e quando è nato?
logo-pepi
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Pepì è il mio piccolo laboratorio, una parentesi felice fatta di racconti, cucito a mano libera ed emozioni da trasformare in oggetti. Le stoffe del cuore è la cornice del brand, ed il suo impulso vitale: una grande passione può vivere senza un cuore che batte? Tutta la storia è raccontata nel mio sito, quindi per poter sapere i segreti della creativa Josephine Lawrence, per tutti la bella Pepì, bisogna cliccare il racconto sul mio shop, alla voce “chi siamo”… e non dico altro! 

Raccontaci il tuo approccio con ago e filo.
Pepì è il mio piccolo laboratorio, una parentesi felice fatta di racconti, cucito a mano libera ed emozioni da trasformare in oggetti. Le stoffe del cuore è la cornice del brand, ed il suo impulso vitale: una grande passione può vivere senza un cuore che batte? Tutta la storia è raccontata nel mio sito, quindi per poter sapere i segreti della creativa Josephine Lawrence, per tutti la bella Pepì, bisogna cliccare il racconto sul mio shop, alla voce “chi siamo”… e non dico altro! 

Raccontaci il tuo approccio con ago e filo.
cuori-in-tessuto-imbottiti
cuori-in-tessuto-imbottiti
Sono completamente autodidatta, di conseguenza il rapporto con ago e filo è spesso una questione “spinosa”! Cucio rigorosamente a mano, perché la macchina da cucire rende i punti tutti uguali, velocizza i tempi ma toglie tempo ai pensieri da curare (cioè di cui avere cura) che accompagnano ogni punto ricamato a mano. Perché per me fare arte, nel mio piccolissimo timido mondo di colori, resta sempre una cura ed una medicina per le brutture, è il momento della gioia, dei sorrisi e dei sogni. Certo, nel momento in cui mi commissionano 200 bomboniere per nascite mi maledico 24h su 24 perché non so (ancora) usare la macchina da cucire!

Al grido di: “Ago e filo non vi temo!” continuo un punto alla volta, con la lentezza di chi ha tutto ancora da imparare, con umiltà e testardaggine, a colorare il mio angolino di mondo, e quello di chi sceglie di portarsi a casa Pepì. 

Come funziona il tuo processo creativo?
Sono completamente autodidatta, di conseguenza il rapporto con ago e filo è spesso una questione “spinosa”! Cucio rigorosamente a mano, perché la macchina da cucire rende i punti tutti uguali, velocizza i tempi ma toglie tempo ai pensieri da curare (cioè di cui avere cura) che accompagnano ogni punto ricamato a mano. Perché per me fare arte, nel mio piccolissimo timido mondo di colori, resta sempre una cura ed una medicina per le brutture, è il momento della gioia, dei sorrisi e dei sogni. Certo, nel momento in cui mi commissionano 200 bomboniere per nascite mi maledico 24h su 24 perché non so (ancora) usare la macchina da cucire!

Al grido di: “Ago e filo non vi temo!” continuo un punto alla volta, con la lentezza di chi ha tutto ancora da imparare, con umiltà e testardaggine, a colorare il mio angolino di mondo, e quello di chi sceglie di portarsi a casa Pepì. 

Come funziona il tuo processo creativo?
fiorellini-in-tessuti
fiorellini-in-tessuti
Come faccio a spiegare il mio processo creativo, è un moto talmente intimo… proverò a spiegarlo in questo modo: non ho mai desiderato volare, nemmeno nei sogni ho mai volato. Però la mongolfiera è diventata da subito il mio segno distintivo, il primo oggetto che ho cucito. Ogni oggetto che realizzo è un desiderio di volo interiore, legato a ricordi da coprire di colori, i colori delle mongolfiere che ho cucito e che cucio per slegare le funi da terra e arrivare un po’ più vicina ai miei sogni mancati, ed insieme per allontanarmi da essi. Ho sempre e comunque paura di volare! 

Alle mongolfiere sono seguiti i bijoux, ma per quelli raramente ho l’ispirazione giusta, non mi danno soddisfazione, non mi appagano! Ecco, i bijoux sono il mio “una tantum”. Dopo i bijoux torno alle decorazioni per camerette e per la casa, le ghirlande, le casette porta pigiamini, gli acchiappasogni a tema marino, le borsette tutte fiori, le bomboniere per bimbi in arrivo, le pantofoline in feltro, per tornare di nuovo ai fiocchi nascita, agli album fotografici rivestiti, i porta spiccioli mignon, i sacchetti profumati alla lavanda, le barchette con legni raccolti in spiaggia, i cerchietti per capelli, gli angioletti per le culle dei neonati, i telaietti ricamati, le bottiglie della salsa che diventano pupazzi di neve… tutti accumunati da un filo conduttore: il pannolenci. Perchè? Come faccio a mentire: perché è facile da cucire! 

Poi ridipingo mobili, cassette di vini, cornici, dipingo inviti per matrimoni e tableau marriage, compongo bouquet in stoffa con centinaia di fiori fatti un petalo alla volta, ma solo in estate i primi, e su richiesta i secondi, insomma la mia testa esplode di idee, e molte non ho ancora avuto occasione e tempo per concretizzarle! 

Il mio processo creativo? È pazzesco e completamente irrazionale, e mi manda fuori di testa, spesso mi alzo di notte per disegnare un nuovo progetto che la mattina diventerà un cartamodello, ma devo ammettere che la maggior parte delle mie creazioni nascono all’impronta, su impulso, sono sovrabbondanti, complicate e solo dopo averle cucite a modino cerco disperatamente di tirarne fuori un cartamodello, mi viene da ridere se ci penso, è pura follia creativa! Però se ci penso bene da una che legge le riviste partendo dall’ultima pagina cosa c’è da aspettarsi? 

Ci mostri le tue creazioni?
Come faccio a spiegare il mio processo creativo, è un moto talmente intimo… proverò a spiegarlo in questo modo: non ho mai desiderato volare, nemmeno nei sogni ho mai volato. Però la mongolfiera è diventata da subito il mio segno distintivo, il primo oggetto che ho cucito. Ogni oggetto che realizzo è un desiderio di volo interiore, legato a ricordi da coprire di colori, i colori delle mongolfiere che ho cucito e che cucio per slegare le funi da terra e arrivare un po’ più vicina ai miei sogni mancati, ed insieme per allontanarmi da essi. Ho sempre e comunque paura di volare! 

Alle mongolfiere sono seguiti i bijoux, ma per quelli raramente ho l’ispirazione giusta, non mi danno soddisfazione, non mi appagano! Ecco, i bijoux sono il mio “una tantum”. Dopo i bijoux torno alle decorazioni per camerette e per la casa, le ghirlande, le casette porta pigiamini, gli acchiappasogni a tema marino, le borsette tutte fiori, le bomboniere per bimbi in arrivo, le pantofoline in feltro, per tornare di nuovo ai fiocchi nascita, agli album fotografici rivestiti, i porta spiccioli mignon, i sacchetti profumati alla lavanda, le barchette con legni raccolti in spiaggia, i cerchietti per capelli, gli angioletti per le culle dei neonati, i telaietti ricamati, le bottiglie della salsa che diventano pupazzi di neve… tutti accumunati da un filo conduttore: il pannolenci. Perchè? Come faccio a mentire: perché è facile da cucire! 

Poi ridipingo mobili, cassette di vini, cornici, dipingo inviti per matrimoni e tableau marriage, compongo bouquet in stoffa con centinaia di fiori fatti un petalo alla volta, ma solo in estate i primi, e su richiesta i secondi, insomma la mia testa esplode di idee, e molte non ho ancora avuto occasione e tempo per concretizzarle! 

Il mio processo creativo? È pazzesco e completamente irrazionale, e mi manda fuori di testa, spesso mi alzo di notte per disegnare un nuovo progetto che la mattina diventerà un cartamodello, ma devo ammettere che la maggior parte delle mie creazioni nascono all’impronta, su impulso, sono sovrabbondanti, complicate e solo dopo averle cucite a modino cerco disperatamente di tirarne fuori un cartamodello, mi viene da ridere se ci penso, è pura follia creativa! Però se ci penso bene da una che legge le riviste partendo dall’ultima pagina cosa c’è da aspettarsi? 

Ci mostri le tue creazioni?
creazioni-handmade-pepi
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tessuto-per-pochette
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mini-pochette-fiori
mini-pochette-fiori
Quale tessuti prediligi per la loro realizzazione?

Al momento pannolenci, feltro, ecopelle, velluti ricamati e pile… Sognando velluti in seta, lino, broccati su cui ricamare nuove strade con una fiammante velocissima macchina da cucire! 

Cosa consiglieresti a chi vuole imparare a cucire? 

Bisogna semplicemente provare! Poi ognuno porta con sé predisposizioni, preferenze, amori che nasceranno e moriranno nell’angolo craft. Guardare ad ogni nuova attività con un cuore appassionato, con la voglia di dare espressione ad una parte di se stessi, senza paura di sbagliare, senza paragonarsi a nessuno, senza giudicarsi, e soprattutto senza pensare che “se non lo so fare non lo posso fare”… Tutti possiamo imparare! Il pensiero positivo è il moto dal quale tutto deve partire, e qualsiasi cosa andrebbe fatta alla luce di un sorriso. Coraggio, sorridi e inizia oggi stesso! 

Quali sono secondo te gli strumenti indispensabili per questo lavoro? 

Gli strumenti indispensabili sono tre folletti travestiti da gatti che dormono dentro i cassetti del tuo laboratorio, che ti fanno trovare il mattino seguente oggetti da consegnare semidistrutti ed infine quel silenzio inesistente che ti donano mentre lavori, litigando fra loro continuamente e facendoti alzare in continuazione per separarli…giusto per agevolare la concentrazione. Naturalmente scherzo, amo i miei folletti e raramente mi distruggono le cose.
Quale tessuti prediligi per la loro realizzazione?

Al momento pannolenci, feltro, ecopelle, velluti ricamati e pile… Sognando velluti in seta, lino, broccati su cui ricamare nuove strade con una fiammante velocissima macchina da cucire! 

Cosa consiglieresti a chi vuole imparare a cucire? 

Bisogna semplicemente provare! Poi ognuno porta con sé predisposizioni, preferenze, amori che nasceranno e moriranno nell’angolo craft. Guardare ad ogni nuova attività con un cuore appassionato, con la voglia di dare espressione ad una parte di se stessi, senza paura di sbagliare, senza paragonarsi a nessuno, senza giudicarsi, e soprattutto senza pensare che “se non lo so fare non lo posso fare”… Tutti possiamo imparare! Il pensiero positivo è il moto dal quale tutto deve partire, e qualsiasi cosa andrebbe fatta alla luce di un sorriso. Coraggio, sorridi e inizia oggi stesso! 

Quali sono secondo te gli strumenti indispensabili per questo lavoro? 

Gli strumenti indispensabili sono tre folletti travestiti da gatti che dormono dentro i cassetti del tuo laboratorio, che ti fanno trovare il mattino seguente oggetti da consegnare semidistrutti ed infine quel silenzio inesistente che ti donano mentre lavori, litigando fra loro continuamente e facendoti alzare in continuazione per separarli…giusto per agevolare la concentrazione. Naturalmente scherzo, amo i miei folletti e raramente mi distruggono le cose.
intervista-creativa-paninii-blog
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Credo che uno degli strumenti imprescindibili sia la pratica della lentezza, l’esercizio alla pazienza, come centinaia di paillettes cucite una alla volta. Illuminarsi alla luce del pensiero positivo, sorridere, non lamentarsi mai, godere della semplicità in mezzo al caos, prestare attenzione al fatto che piccole cose possono brillare parecchio. Il futuro “sicuro” va costruito giorno per giorno, ed ogni giorno da capo. 

Questa è la mia storia vera, fatta di imperfezioni come gli oggetti che cucio a mano. Non esiste una perfezione universale, solo meravigliosi precarissimi equilibri, e sta ad ognuno cercare i propri. Ogni oggetto che mi commissionano, che commissionano al mio alter ego, Pepì, è un pezzo del mio cuore e della mia strada, è una fetta di gioia contagiosa da gustare, è un arcobaleno, un sorriso colorato che ho bisogno di regalare, il sorriso della mia anima, (forse) finalmente libera di creare! 

Per ringraziare i lettori di questa bella rubrica ho pensato di regalare un piccolo sconto su un mio nuovo prodotto, la Borsa Kitten, che potrete utilizzare sul mio Shop Alittlemarket inserendo il codice sconto BORSAGATTO.
Credo che uno degli strumenti imprescindibili sia la pratica della lentezza, l’esercizio alla pazienza, come centinaia di paillettes cucite una alla volta. Illuminarsi alla luce del pensiero positivo, sorridere, non lamentarsi mai, godere della semplicità in mezzo al caos, prestare attenzione al fatto che piccole cose possono brillare parecchio. Il futuro “sicuro” va costruito giorno per giorno, ed ogni giorno da capo. 

Questa è la mia storia vera, fatta di imperfezioni come gli oggetti che cucio a mano. Non esiste una perfezione universale, solo meravigliosi precarissimi equilibri, e sta ad ognuno cercare i propri. Ogni oggetto che mi commissionano, che commissionano al mio alter ego, Pepì, è un pezzo del mio cuore e della mia strada, è una fetta di gioia contagiosa da gustare, è un arcobaleno, un sorriso colorato che ho bisogno di regalare, il sorriso della mia anima, (forse) finalmente libera di creare! 

Per ringraziare i lettori di questa bella rubrica ho pensato di regalare un piccolo sconto su un mio nuovo prodotto, la Borsa Kitten, che potrete utilizzare sul mio Shop Alittlemarket inserendo il codice sconto BORSAGATTO.
gatto-imbottito-stoffa
gatto-imbottito-stoffa
Grazie mille a Sonia per questa intervista e speriamo che le sue parole e la sua esperienza vi siano d’ispirazione. 

Se così è stato e volete iniziare a creare qualcosa di bello con le vostre mani, trovate tutto il materiale necessario nello shop online di Panini Tessuti.
Grazie mille a Sonia per questa intervista e speriamo che le sue parole e la sua esperienza vi siano d’ispirazione. 

Se così è stato e volete iniziare a creare qualcosa di bello con le vostre mani, trovate tutto il materiale necessario nello shop online di Panini Tessuti.